Danilo Neve

Considerato uno degli esponenti più rinomati del neomuralismo in Italia, Neve ha dipinto a mano libera muri iperrealistici di titaniche dimensioni in tutta Europa ed ha esposto opere ovunque nel mondo.

La sua attitudine alla ricerca si esprime nello sperimentare svariate tecniche e linguaggi artistici, che si incontrano nel connubio tra arte urbana e classicismo estetico, attraverso l’uso caratteristico del figurativo come mezzo di espressione e dello sfondo nero che gli consente di rappresentare solo la luce.Il suo percorso artistico inizia con i graffiti nel 1995 e la passione per l’arte cresce, tra la strada e la vita, con occhiaie solcate dalla notte e mani puntualmente sporche di vernice.
L’essenziale è lasciare un’impronta al di là delle tecniche e delle forme espressive; per questo motivo la produzione artistica di Neve dedica una particolare attenzione al concetto e al contenuto, maturata anche grazie alla realizzazione di performances ed installazioni, tra le altre curate da Marco Scotini e Marcello Maloberti.


Ogni sua opera infatti propone un messaggio, una domanda o quantomeno uno spunto di riflessione, nell’intento di dialogare con l’osservatore su temi archetipici dell’essere umano o su vicende di attualità.
Nel 2008 realizza quindi interventi in strada dal forte contenuto di denuncia sociale, come la muta protesta del monaco birmano e il rovesciamento dei ruoli simbolici della “Pietà” michelangiolesca, esposti in seguito alla mostra “Scala Mercalli” curata da Gianluca Marziani nell’Auditorium di Roma.
Sul tema del dibattito sociale si fonda anche la mostra bipersonale con Ozmo presso la galleria Magrorocca, con la quale esporrà anche a Mi Art, e il progetto di installazione urbana realizzato con l’uso di bombe finte e mezzi bellici di cartone disseminati per Milano, che ha attirato a tal punto l’attenzione dei media da essergli dedicato lo Speciale del Tg1, numerose interviste e pubblicazioni.

Graffiti Leoncavallo

Leoncavallo


Draco

Draco

Dal graffitismo alla street art, dalla performance concettuale all’accademismo classicista, Neve potenzia la sua capacità espressiva con il neomuralismo, realizzando imponenti interventi murali in stile iperrealistico con la tecnica dello spray.

L’uso dello sfondo nero in stile caravaggesco sugli interventi murali a partire dal 2010, prima presente solo nella produzione di quadri a matita, ha contribuito alla resa di uno stile espressivo caratteristico. Nelle sue opere prendono vita soggetti umani sospesi tra il reale e l’onirico, in una delicata espressione d’arte figurativa che coniuga la vita interiore e il mondo circostante, l’archetipo e il contemporaneo.


Così in “Atlante e Pandora” (2015) il gigante lascia cadere il mondo dalle sue spalle per raccogliere una moneta d’oro, in “La Carità Romana” (2013) la figlia offre il proprio sangue all’anziano padre, in “Leucosia” (2017) – realizzata in occasione del Premio Pio Alferano a Castellabate – la sirena del mito coglie una perla dagli abissi.
Inoltre una scuola per l’infanzia a Roma, che ospita una sua opera, è stata intitolata “Neve” in suo onore nel 2017.

Per le sue capacità tecniche e la sua sensibilità artistica, viene contattato da diversi brand per realizzare campagne pubblicitarie tramite interventi murali, come Ikea, Disney, Campari, Fabriano, Eni Syndial – per cui dipinge su un muro curvo di oltre 2000 mq – e nel 2018 Michelin gli commissiona una parete di sette piani in centro a Milano, un progetto di integrazione tra arte e comunicazione.

Cartiere Fabriano

Cartiere Fabriano


Virgo
Dal 2017 espone con la Galerie Bartoux – presente a Cannes, Parigi, Londra, Singapore e New York – e numerose sono le collettive a cui ha partecipato fino ad oggi – tra cui la III edizione del (con)Temporary art a Milano, l’esposizione alla Biennale di Venezia (Padiglione Italia a cura di Vittorio Sgarbi), la mostra a Dusseldorf con le opere di Giorgio De Chirico, la bipersonale con Peeta alla Galo ArtGallery e le esposizioni a Londra, Parigi e Strasburgo.

L’indagine della storia e del mito, dell’esoterismo e della cosmogonia, della vita conscia ed inconscia è il segno caratteristico delle sue opere; così dense nel contenuto da dover essere decodificate, ma altrettanto dirette da esserne pervasi. Le trame figurative rivelano una raffinatezza quasi visionaria che cela messaggi enigmatici ed evoca gli archetipi dell’umano, con una cura dei particolari e una sensibilità, che si insinua nell’emotività dello spettatore.

Testo di Nancy T.